domenica 1 novembre 2015

Recycled songs





L'arte della cover

Chi l'ha detto che per avere successo bisogna saper scrivere canzoni? Negli anni 50 – 60, quando il copyright non era regolamentato come oggi, era pratica comune reinventare e registrare per conto proprio le canzoni di altri. Di questo meccanismo ne è stato vittima Little Richard. Primo vero single scritto dal "The original king of rock n' roll", come amava definirsi lui stesso, è "Tutti i Frutti", ma il disco d'oro per questa canzone, non viene ritirato dal buon Richard ma da Pat Boone. In seguito, una volta inserito il concetto di diritto d'autore, non si è arrestata la pratica di rivedere in chiave personale i brani scritti da altri, con la differenza che la cover-song diventa un tributo a chi l'ha scritta originariamente. In effetti non è sempre così, soprattutto quando la versione "tributo" viene attribuita a chi la porta al grande successo. Esempio lampante è "Knockin' on Heavens Door" di Bob Dylan che i ragazzi delle nuove generazioni attribuiscono ai Guns & Roses o "Behind Blue Eyes" degli Who che oggi è considerato un brano dei Limp Bizkit. Personalmente amo le versioni cover, consentono di riscoprire dei brani, degli artisti dimenticati o di esaltare ulteriormente la bellezza di alcune canzoni consegnandole all'eternità.
La playlist di oggi è una sequenza di 21 brani, tutti rigorosamente in versione cover, frutto di una piacevole ricerca da Domenica mattina rilassata.
La compilation si apre con un po' di Punk. Si trova spesso fra i gruppi Punk la pratica di rivedere in chiave rokkettara i successi di altri, soprattuto brani romantici e lenti. In questo caso l'onere di aprire le danze è dato ai Me First and the Gimmie Gimmes, un gruppo cover punk originatosi da un'idea di Fat Mike, o Michael Burkett, front man dei NOFX. Spesso il successo di una band passa quasi esclusivamente attraverso la cover di un brano famoso, è il caso de Fine Young Cannibals, che ripropongono "Suspicious MInd" di Elvis.
Jimi Hendrix iniziò la sua carriera riproponendo brani di altri, solo in un secondo momento, spinto dal suo manager, iniziò a scrivere e cantare brani propri, ma non perse mai il "vizietto". Una delle più famose cover di Hendrix fu "All Along the Watchtower" originariamente scritta da Bob Dylan, ma da molti attribuita al grande Jimi.
Il quarto brano è l'esempio di come una canzone passata quasi inosservata nella versione originale divenga un grande successo se stravolta nella sua forma e riproposta in una nuova veste: "Halleluja" di Leonard Cohen. Questa canzone è diventata negli ultimi tempi quasi un tormentone, tutti ne vogliono fare la propria versione. Tutto è partito da Jeff Buckley e tutte le versioni successive a questa sono un modo per omaggiare lo sfortunato artista Californiano.
Altro genere musicale avvezzo alla cover è il jazz. Qui presente con Karen Sousa che rivede in forma personale "Creep" dei Radiohead.
"I Will Survive" dei Cake è più un tributo a Gloria Gaynor che una vera e propria cover, visto che il testo non viene rispettato in maniera completa.
Nelle colonne sonore dei film si trova spesso la cover di un brano famoso. Succede in "Donnie Darko" la cui colonna sonora viene basata su successi degli anni 80, in cui è ambientato il film. Quasi tutti i brani vengono proposti nella versione originale, tranne "Mad World" dei Tears For Fears , cantata da Gary Jules e ri-arrangiata dal polistrumentista Michael Andrews. Altro brano storico della musica rock inserito in varie colonne sonore è "Knockin' on Heavens Door", qui dal film "I'm Not There" curata da Anthony and the Johnson. Fra le colonne sonore e sigle bisogna inserire i Ramones e la loro personale Spiderman Theme e ancora "Over The Rainbow", originariamente cantata da Judy Garland nel film de "Il Mago di Oz" del 1939, portata di nuovo al successo da Israel dal cognome impronunciabile. Colonne sonore: spesso il film è brutto ma propone una colonna sonora bellissima. Questo è il caso di "Godzilla" nella cui Original Soundtrack appare un brano di David Bowie, forse IL brano del Duca Bianco, "Heroes" nella versione dei Wallflowers.
"Hey Joe" di Hendrix ha da sempre attirato l'attenzione di diversi artisti, anche il maestro Battiato si è sentito in dovere di omaggiare il grande chitarrista di Seattle, ma qui è presente la versione un po' più originale di Willy DeVille.
Elvis, il Re, spesso "coverato", era, a sua volta, un "coverante" e nei suoi concerti non nascondeva di apprezzare i brani dei Creedence Clearwater Revival. Stessa passione del Re è quella dei Pearl Jam, che non hanno mai nascosto la loro passione per un altro grande gruppo come gli Who, Baba O'Riley è spesso proposta dal gruppo di Eddie Vedder e presente in vari bootleg.
Altro grande musicista affezionato alle versioni cover è Santana. Nel 2010 il chitarrista sudamericano ha pubblicato un disco dedicato ai grandi chitarristi. Di questo disco nella playlist sono presenti 2 brani, il primo è la versione personale che Chris Cornell ha voluto fare di un classico dei Led Zeppelin, l'altro chiude la selezione e vorrei lasciarlo avvolto in un alone di mistero, perché è da pelle d'oca! Uno dei brani più belli della storia della musica rock.
Ancora Creedence Clearwater Revival, famosi per molti brani e forse non così famosi per le loro interpretazioni,"Have You Ever Seen the Rain", interpretata da Willie Nelson.
La compilation ha bisogno di un po' di ritmo a questo punto e allora preferisco tornare al Punk, ai Rancid e alla personale versione di "Sheena is a Punk Rocker". Devo anche dirvi a chi appartiene e in quale disco era presente questo brano?
Ricercando le cover dei Beatles ed in particolare "Come Together" mi perdo! Ne esiste una versione di Michael Jackson, le colonne sonore dei film ne sono piene e in "Across The Universe" il film musical che racconta una storia sfruttando i testi delle canzoni dei Fab Four, è interpretata da Joe Cocker. La versione che ha catturato la mia attenzione è però quella delle Supremes.
Gli ultimi brani sono molto easy listening, versioni unplugged di grandi musicisti come Bob Marley e Rolling Stones (che non potevano mancare nella playlist). "Redemption Song" cantata dal duo Johnny Cash e Joe Strummer è una vera chicca, una sorpresa trovare un duo così. "Angie" trova la sua naturale dimensione nelle corde della chitarra acustica ed è sempre bello riascoltarla. L'ultimo brano ve l'ho già presentato, fa parte di un disco tributo che nasce da un'idea di Santana, qui duetta con India Arie.




Buon ascolto e alla prossima playlist.

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